A proposito di abolire qualcosa: le tasse universitarie

Il simpatico canguro Grasso “promette” di abolire le rette universitarie.
Allora:
1) l’istruzione di qualità costa, e costa molto;
2) l’articolo 34 della Costituzione, che evidentemente Grasso, Boldrini e Pisapia non conoscono o fanno finta di non aver letto, è chiarissimo e parla di diritto all’istruzione per i «capaci e meritevoli anche se privi di mezzi». Non dice «università gratis per tutti». Più sensato usare «le tasse universitarie» per istituire borse di studio che attuino l’art. 34. Oppure Grasso, Boldrini e Pisapia aboliscano l’articolo 34, se ci riescono, e dopo affondino pure l’università pubblica.
3) chi ha intenzione di votare Liberi e Uguali è fesso (considerazione mia, e sono stato ancora buono).

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I rottamandi

Non esiste un partito più incommensurabilmente stupido, vecchio e inutile del pd. Equivale alla candela di sego nell’era elettrica, alla pietra focaia al posto del fornello a induzione. Ripristinano il Senato del 1861 e dicono fascista un Casaleggio, primo, da noi, a aver capito come l’informatica irrompe nella politica e la condiziona irreversibilmente.

L’hashtag #pidioti se lo devono inchiodare al muro accanto al diploma triennale in “scienze” della comunicazione. Come un’onorificenza.

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L’EDITORIALE. PIANTATELA: L’EMERGENZA RIFIUTI A ROMA NON C’E’

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Quello che nessuno mi aveva detto delle piccole aziende agricole: non si guadagna da vivere.

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Ne inventi un’altra, maestà

Gli indulti adombrati dal signor Napolitano non “svuotano le carceri” per più di un anno, come dimostra il grafico qua sotto. Il crollo della popolazione carceraria corrisponde all’indulto del 2006. Sono bastati due anni per tornare come e peggio di prima:

imageIntanto fatemi una cortesia: siamo una repubblica, smettete di chiamarlo re. A meno che sia previsto l’esilio a Montecarlo.

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Porcellum sarà lei

Quando qualcuno vi racconta palle sui “Cinque Stelle che vogliono votare con il Porcellum”, sbattetegli pure in faccia la proposta-di-legge-in-progress di riforma elettorale del m5s (scaricate il .pdf in fondo alla pagina).
È un po’ macchinoso il sistema delle esclusioni (art. 14), cioè l’opposto delle preferenze: all’elettore è data facoltà di escludere un certo numero di candidati tracciando un segno meno accanto al nome. Ma è una variante del Mattarellum praticabile e perfino modificabile (viene discussa dai cittadini in rete).

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Expo: “70mila posti di lavoro”. Immaginari.

Se il milione di posti di lavoro di cara memoria vi pareva esagerato, avevate ragione. Qualcuno se ne è accorto e lo ha ridimensionato alla più sobria cifra dei settantamila posti che Expo dovrebbe generare nel 2015. Ma aspettate a far suonare la banda, e rimettete nel cassetto i mortaretti: il centro sociale SOS Fornace (maledetti anarcoinsurrezionalisti) ha fatto le pulci ai contratti di lavoro previsti per il cosiddetto evento del 2015, e ha scoperto una realtà ben diversa: gli strombazzati “settantamila posti di lavoro” sarebbero invece 640 in tutto e, savasandìr, precari o addirittura gratuiti distribuiti fra volontari e stagisti. Del lavoratore non si butta niente.

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Vendere nonne ai cinesi

Vuoi vendere casa, negozio, impresa a un cinese? Questo sito, il primo che ho scovato in rete, si occupa di tutto, traduzione compresa; e promette che sarà presto possibile vendere anche ai russi o a qualche tagliagole di Dubai.

Russia, Cina o Spagna, basta che se magna, un paese in svendita. Se poi, dopo la notizia, guardi foto come questa, tutto diventa ancora più surreale.

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Ehi, amico del Pd!

Doveva essere l’internazionale dei lavoratori, è diventata l’internazionale dei padroni. Sei sicuro di sapere chi stai votando, amico del Pd? A me sta bene, siamo in democrazia; però, cortesemente, risparmiami la paraculata: “Io voto Pd, sono di sinistra”. Non lo sei. Sei di destra e con nostalgie pericolose d’altri tempi (Valdisusa, F-35, Shabalayeva, dismissioni di aziende pubbliche…) Sei dell’ala luttwakiana, è evidente: buonsenso e randello a chi non ne ha. A tua insaputa?

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Le panzane del Pd

Ogni tanto ritorna in auge la panzana di una «occasione persa dal 5 Stelle». Il Pd non ha mai voluto un governo con il 5 Stelle. Lo ha detto testualmente a Porta a Porta Marina Sereni il 2 maggio e lo ha confermato Fassino a Piero Ricca. Ma ho trovato di meglio: un’intera compilation di balle!

«Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013).

«I contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali» (Enrico Letta, 29 marzo 2013).

«Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana» (Pier Luigi Bersani, 6 marzo 2013)

«Il governissimo non è la risposta ai problemi» (Pier Luigi Bersani, 13 aprile 2013).

«Il governissimo predisporrebbe il calendario di giorni peggiori» (Pierluigi Bersani, 8 aprile 2013).

«Se si pensa di ovviare con maggioranze dove io dovrei stare con Berlusconi, si sbagliano. Nel caso io, e penso anche il Pd, ci riposiamo» ( Pierluigi Bersani, 2 ottobre 2012).

«In Italia non è possibile che, neppure in una situazione d’emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme» (Massimo D’Alema, 8 marzo 2013).

«Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra» (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013).

«Fare cose non comprensibili dagli elettori non sono utili né per l’Italia né per gli italiani. Non mi pare questa la strada». (Beppe Fioroni, 25 marzo 2013).

«Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano» (Dario Franceschini, 23 aprile 2013).

«Sono contrario a un governo Pd-Pdl» (Andrea Orlando, 22 aprile 2013).

«Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo» (Rosy Bindi, 21 aprile 2013).

«Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell’Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl» (Roberto Speranza, 8 aprile 2013).

«Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri, ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).

«L’alternativa non può essere o voto anticipato o alleanza stretta tra Pd e Pdl» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).

«Lo dico con anticipo, io un’alleanza con Berlusconi non la voto» (Emanuele Fiano, 28 febbraio 2013).

«I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi» (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio).

«Non c’è nessun inciucio: se questa elezione fosse il preludio per un governissimo io non ci sto e non ci starebbe neanche il Pd» (Cesare Damiano, 18 aprile 2013).

«Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre» (Fausto Raciti, 14 aprile 2013).

«Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile» (Matteo Orfini, 27 marzo 2013).

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